mercoledì 4 novembre 2009

In Strada

Se ne stava con la schiena dritta in pizzo alla panchina.
L'ombrello bianco e verde sulla testa e tutte le sue cose radunate ordinatamente sotto un telo di plastica trasparente.
Quella sera spirava anche un vento freddo ma lei non si scomponeva, immobile nella sua giacca a vento, sembrava una statua.
Ma cosa l'aveva portata lì, era così giovane?
E a cosa pensava tutto il giorno?
Ogni tanto un uomo di mezza età con gli occhiali le fa visita, le si siede accanto e rimangono zitti zitti mentre lei legge il giornale imperturbabile.
Mi sono immaginata fosse la moglie di quel signore che, stufa di tutto, ha mollato lui, figli e tutte le responsabilità che una famiglia comporta e di è detta: -Mi siedo quì cinque minuti, poi vediamo- e non si è più alzata.
E' successo, succede tutti i giorni, potrebbe succedere anche a me, a te.
Quello che più mi colpisce di lei è l'eleganza, sembra una sfinge.
Forse rimane rigida per non sentire il freddo o il dolore che la trafigge da parte a parte.
La strada immagino sia dura da vivere, più della vita, se non sei forte ti distrugge, ti consuma.
Lei forse sta ferma per non farsi consumare.
Un giorno potrei offrirle un caffè, ma so che non accetterebbe.
Oppure potrei portaglielo, forse così lo berrebbe.
Forse si.


martedì 20 ottobre 2009

Nel silenzio...della pesca

Il rumore delle canne mosse dal vento quello mi ricordo di più del periodo in cui mio padre mi portava a pescare.
Della pesca in se non è che me ne fregasse molto, era di stare con lui che m' importava.
Ci si svegliava presto la mattina, ci si copriva di magliette e maglioni, si salutava la mamma con la mano, che da lì a un secondo sarebbe ritornata a dormire, e si partiva per l'avventura della vita.
La canna da pesca gialla era la mia preferita.
Poi mi piacevano i moschettoni, le lenze e tutto ciò che luccicava.
In quel periodo, erano gli anni '80, andavano di moda i colori fluorescenti e in quella cassettina, in cui tutto era riposto alla perfezione, regnavano il giallo, il verde e il fuxia fluorescenti e poco importava a cosa servissero, erano i colori che contavano!
Mio padre mi insegnò per la prima volta a tirare la lenza in acqua, il primo ordine fu quello di "Non lanciare mai e poi mai per nessuna ragione al mondo l'amo indietro senza guardare"
e ovviamente fu la prima cosa che feci ma l'urlo di mio padre mi dissuase prontamente: "NOOOOOOOOOOOO COSì CAZZOOOOOOOOOOO!!!!".
Erano giornate indimenticabili o forse fu una solamente ma nei miei ricordi di bambina sembrano giorni e giorni di pesca solo io e lui avvolti dal silenzio del lago, dal rumore degli uccelli e da qualche accidenti che mio padre mi tirava dietro di tanto in tanto.
Erano tempi in cui ero "innamorata di lui" e solo in quei momenti era tutto per me.
Lì ho imparato a conoscere i suoi silenzi,
conoscere non accettare ma per quello c'è ancora tempo!

giovedì 15 ottobre 2009

Due vite

Miriam ha 34 anni, è di un paesino del sud della Francia ma vive in Italia da parecchi anni.
Ha capelli grigi e occhi verdi e sembra più grande della sua età.
Coi suoi due figli, la femmina di tre anni e mezzo e il maschio di cinque, parla francese.
Era arrivata in Italia a 18 anni all'Accademia di Brera, voleva dipingere, poi ha scelto le lingue e si è laureata ma l'amore ha sconvolto tutti i suoi piani.
Si è innamorata di un ragazzo italiano, di Buccinasco (Mi) per l'esattezza, e si è sposata.
Ora la sua vita si divide tra asilo nido, pappe, pipì e popò, passeggini, nanne e quant'altro.
Sorride Miriam e attraverso quegli occhi verdi mi sembra di scorgere un lampo di felicità.

Ana ha 22 anni è albanese e vive in Italia da tre anni, prima era ad Atene ma la lingua era difficile e i greci non erano proprio dei gentiluomini, dice lei.
Vive in un bilocale nel centro di Milano con il suo cagnolino.
Sembra una persona molto aperta, basta un niente e davanti a un caffè ti riversa la sua vita:
una famiglia bisognosa, lei forte, giovane è partita per aiutare i suoi, gli manda i soldi ogni mese.
Ana ha capelli neri lucidissimi fin sotto le orecchie, occhi scuri intensi tanto docili quanto duri, veste casual con jeans e magliette a maniche lunghe, porta sempre con se l'ombrello....."non si sà mai!".
Ana lavora sotto casa mia e per ora ha deciso di vendere il suo corpo.
Dice sorridendo: "Fino a quando mi sistemo poi basta!".



sabato 10 ottobre 2009

Un Nobel alla Diplomazia

Nel 1901 venne consegnato il primo Premio Nobel per la Pace, isituito da Alfred Nobel, a chi ha dato:
"Il miglior contributo per la fratellanza tra le nazioni,
lavorato per l'abolizione o la riduzione degli eserciti
e per la promozione della pace".
Barack Obama ha vinto ieri, venerdì 9 ottobre 2009, il Premio Nobel per la Pace
e tutti destra e sinistra, sopra e sotto hanno da ridire.
Se i presupposti di Alfred Nobel erano quelli sopra elencati Barack Obama il Premio Nobel per la Pace se l'è ampiamente meritato, anche se sono "solo" dieci mesi che governa gli Stati Uniti, anche se è prematuro, anche se ha "detto molto" ma nel pratico stiamo ancora aspettando.
Barak Obama è un uomo scisso in due, con due anime: una bianca e una nera.
Suo padre keniota gli ha trasferito il coraggio, la determinazione, la forza
sua madre americana la diplomazia, la tolleranza e la generosità.
Lui per primo ha dovuto lottare per la propria libertà, sa cosa vuol dire essere discriminato per il colore della pelle, è stato un giovane sbandato alla ricerca di se stesso, ha perso amici per colpa della droga ma si è rialzato e ha cercato la sua strada con le proprie gambe.
In dieci mesi di governo ha fatto quello che altri presidenti non hanno fatto in anni.
"Parole, discorsi" scrivono sui giornali ma le grandi rivoluzioni partono da lì, dal dialogo.
Diplomazia e non armi.
Ascolto e non attacco.
Un premio importante ad un uomo che ha già cambiato le sorti del mondo intero.
Ma presi da tutti i nostri impegni, forse, non ce ne siamo accorti!

domenica 4 ottobre 2009

La scrittura è un'arma!

Ieri 3 ottobre a Roma si è tenuta la Manifestazione sulla LIBERTA' DI STAMPA:

"...Se si permette a chi scrive
di rispondere solo alla propria coscienza
e alla qualità delle proprie parole,
molto probabilmente
la parola
avrebbe potuto raccontare
catastrofi come quella di Messina (dove responsabile non è la natura ma il cemento).
Perchè raccontando,
dando alla parola un nuovo valore,
è possibile trasformare la realtà".

Roberto Saviano:






sabato 19 settembre 2009

E così vorresti fare lo scrittore?

Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo.
A meno che non ti venga dritto dal cuore
e dalla mente e dalla bocca e dalle viscere,
non farlo.
Se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sulla macchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.
Se lo fai per soldi o per fama,
non farlo.
Se è già una fatica solo il pensiero,
non farlo.
Se stai cercando di scrivere come qualcun' altro,
lascia perdere.
Se devi aspettare che ti esca come un ruggito,
allora aspetta pazientemente.
Se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos'altro.
Se prima devi farlo leggere a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o alla tua famiglia o comunque a qualcuno,
allora non sei pronto.

Non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di persone
che si definiscono scrittori.
Non essere monotono e noioso e pretenzioso,
non farti consumare dall'autocompiacimento.
Le biblioteche del mondo
hanno sbadigliato
fino ad addormentarsi
per tipi come te.
Non aggiungerti a loro,
non farlo.
A meno che non ti esca dall'anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia
o al suicidio o all'omicidio,
non farlo.
A meno che il sole dentro di te
stia bruciandoti le viscere,
non farlo.

Quando sarà veramente il momento
e se sarai predestinato,
si farà da sé
e continuerà finché tu morirai
o morirà in te!

Non c'è altro modo.

E non c'è mai stato.

CHARLES BUKOWSKI



lunedì 14 settembre 2009

Ho voglia di andare a scuola...

"Ho voglia di andare a scuola!".
Questa frase l'ho sentita stamattina sulla metropolitana da una ragazza di circa 13/14 anni.
Era in compagnia di altri suoi coetanei e non era ironica come pensavo in un primo momento, lei aveva davvero voglia di andare a scuola!
Io nella mia vita ho avuto voglia di tutto: di tornare a casa dopo lunghe e indimenticabili vacanze, di ritrovare la mia città, il mio traffico e il mio smog, ho avuto voglia del mio lavoro, della facce poco simpatiche che, talvolta, ho avuto di fronte, delle lunghe code in autostrada o dei viaggi in treno accalcati uno sull'altra, ho avuto davvero voglia delle cose meno "invoglianti" del mondo ma della scuola no, di quella mai!
Sarà per colpa degli insegnanti che non hanno saputo trasferirmi la passione per quella determinata materia, sarà per colpa mia che ho sempre sentito nello studio un'imposizione, certo è che il mio studiare poco e saltuariamente non mi è servito nella vita anzi, ha lasciato parecchie insicurezze che ancora oggi fatico a colmare.
Se avessi un figlio gli direi che studiare oggi è indispensabile, che forse la laurea non gli assicurerà un lavoro ma un'indipendenza intellettuale si e oggi pensare con la propria testa è la prima risorsa visto il lavaggio del cervello a cui siamo sottoposti quotidianamente.
Qualcuno ha detto: "Il sapere rende liberi", aveva maledettamente ragione!


martedì 1 settembre 2009

Rinizio...

Inizio a capire cosa è bene e cosa no.
Come liberare la mente da pensieri ossessivi e inutili e in questo "Rinizio" voglio imparare a lasciare la mente sgombra...

Pensare a: Gli alberi corsi che si muovono al suono del vento, le onde arrabbiate che si infrangono sulle rocce, il pain ou chocolat caldo e un pò bruciacchiato, le letture distese sulla sabbia, l'odore dell'erba bruciata dal caldo, il profumo della pelle cotta dal sole, le falesie di Bonifacio alla luce rosa del tramonto, la doccia serale dopo ore di spiaggia, il vino rosè che cola fresco nella gola, le lenzuola della nave ruvide sopra la pelle, le luci di Livorno che si avvicinano, le sue mani che mi stringono...

Si può "riniziare" anche così...si deve "riniziare" così!

sabato 25 luglio 2009

Non ci sono più quelle estati lì...

Le estati che ricordo con più allegria e malinconia sono quelle passate a Laino, paesino di poche anime, in provincia di Como.
Io nel cortile di mio nonno alla prese con tutto ciò che si muoveva: formiche, mosche, galline, gatti....da cui mi sono anche presa una malattia che mi ha costretta in ospedale per un mese.
Io e i piccoli furti nella "stanza magica" del nonno piena di dolci, cioccolatini e quant'altro.
Avevo scoperto dove teneva la chiave e, di tanto in tanto, gli rubavo delle leccornie ma la vera attrazione delle mie estati era lui: il nonno Nene. 
Un omone alto, bello, dalle mani grandi che aveva combattuto nella seconda guerra mondiale in Africa, era rimasto in acqua per ore appeso ad un pezzo di legno e i piragna gli avevano morsicato tutte le dita dei piedi. 
Lui mi ha sempre raccontato così, io ci ho sempre creduto ma i suoi piedi però non li ho mai visti, li teneva sempre coperti.....forse era "complessato" pensavo io.
Comunque il nonno Nene aveva diversi punti fermi nella vita, a tavola mai il tovagliolo di carta ma di stoffa, pasteggiava sempre con un buon bicchiere di vino rosso da lui imbottigliato che beveva sempre nella stessa caraffa.
Ma l'abitudine che più mi piaceva del nonno Nene era il sonnellino pomeridiano, tutti i giorni dalle due alle quattro e tutti i giorni a quell'ora si scatenava l'inferno.
Sapevo di poter agire indisturbata, a quell'ora mia mamma era impegnata a lavare i piatti e mia nonna spesso dormiva anche lei quindi io mi muovevo nella grande casa con estrema libertà.
Passavo dalla cantina al solaio, dalla stalla all'orto alla ricerca di giochi pericolosi da svolgere e un pomeriggio ne trovai uno molto accattivante ma anche molto rischioso.
Il nonno Nene aveva una grande passione oltre che per il vino per la caccia infatti aveva trasformato un locale della lavanderia in una specie di negozio di uccelli.
Li trattava come fossero suoi figli, tutte le mattine all'alba li puliva, gli dava da bere e da mangiare e li metteva in cortile all'aria aperta così che potessero cantare, dato che gli servivano da richiamo quando cacciava, poi nelle ore più calde li rimetteva nel locale al fresco.
C'erano uccelli di tutti i tipi e misure, io ne ero tremendamente affascinata e quel pomeriggio inventai un gioco al quanto sadico: presi la canna dell'acqua, entrai nel locale, aprii il rubinetto ed innaffiai tutto ciò che mi si presentava davanti.
Non so cosa mi prese ma ero arrabbiata con quegli uccelli che erano lì chiusi in quelle gabbie senza mai lamentarsi, volevo svegliarli, vedere una loro reazione.
Sapevo di aver fatto qualcosa di molto grave così mi nascosi in camera mia e mi accorsi che mio nonno aveva scoperto tutto quando sentii le sue bestemmie arrivarmi dritte dritte nelle orecchie.
La scena che mi si presentò davanti era come un'inquadratura di un film su una città da cui era appena passato un uragano: ogni cosa era bagnata, ogni gabbia aveva litri d'acqua che fuoriuscivano e gli uccelli, con le piume infradiciate, avevano sguardi indifesi e terrorizzati.
Avrei voluto avere la macchina del tempo per poter tornare indietro a prima di quella malsana idea ma non avevo troppo tempo da perdere, chiesi scusa a mio nonno che continuava ad urlarmi nelle orecchie e andai ad attendere la sgridata di mia mamma e mio padre che non sarebbe tardata.
La sera arrivò presto e a cena mia mamma raccontò tutto a mio padre e mentre lo faceva un lieve sorriso le si palesava sulle labbra, quel sorriso si trasformò in una sonora risata che portò mia madre alle lacrime.
A cena quella sera scoprii che anche mia madre non amava il fatto che mio nonno tenesse quei poveri uccelli in gabbia, ecco il pomeriggio seguente li avrei liberati: sarebbe stato il mio prossimo gioco!  





mercoledì 22 luglio 2009

In piedi da sola

Stamattina il cuore batte forte, forse perchè devo rivedere LEI e so che mi metterà un pò alle strette.
Come alla maturità, se non hai studiato si vede.
Il cuore batte forte quando varco la soglia di quel nuovo condominio che non ho mai visto, quel cortile pieno di gente affaccendata a svolgere la propria vita, salgo su un ascensore che mi lascia sospesa la 4° piano, nel vuoto per pochi secondi e il cuore sembra esplodere.
Apro la porta bianca a vetri che ho davanti entro e ritrovo le poltrone rosse di un tempo in una saletta ben arredata, sulla destra un'altra stanza con una grande libreria, una scrivania e una sedia dalla quale spuntano due piedi.
E' LEI, unghie rosse ben laccate e suoi soliti sandali neri.
L'ora vola via quanto il tempo di un abbraccio, sulla porta ci salutiamo: 
"E Adele?" faccio io.
"Adele sta bene, a nove mesi sta in pedi già da sola!".
STA IN PIEDI GIA' DA SOLA. A nove mesi?
Cazzo, penso dopo tra me e me, io di anni ne ho quasi 36 e a volte ancora non mi reggo in piedi......da sola......imparerò?! 

sabato 18 luglio 2009

Favola dolceamara

C'era una volta una giovane donna con un piccolo fiore dentro di se.
La donna quel fiore lo custodiva tra la sua carne, un bocciolo da far sbocciare.
Era dolce e profumato ed era posato proprio tra le sua cosce, ogni sera prima di andare a dormire la donna lo accarezzava e, quando lo faceva, sorrideva estasiata.
Quel fiore era una dono immenso, andava preservato ma anche sfamato.
Più la donna cresceva più il fiore sentiva il bisogno di qualcosa di più dell'acqua.
Carne.
La giovane donna, dopo diverse nottate sveglia, decise che sarebbe stato il momento di donare il suo fiore a quella persona che tanto le faceva battere il cuore: un giovane quanto lei, gentile e delicato.
Glielo avrebbe comunicato la mattina successiva pensò e, cullata da quel pensiero, si addormentò.
Il mattino seguente la giovane donna indossò il suo più bel vestito, un abito giallo colore del sole e, felice della propria scelta, si mise sulla via che l'avrebbe condotta a scuola quando un contadino le tagliò la strada.
L'uomo scese bruscamente dall'auto, afferrò la giovane donna per la vita e la trascinò con se nel bosco.
La buttò contro il tronco di un albero, le sollevò bruscamente la gonna e le strappò il fiore che la donna aveva preservato con tanta cura tra le gambe.
Lo colse così senza dire nulla, strappò un petalo dopo l'altro con la brutalità di un animale affamato poi riprese la sua strada senza dire una parola.
La giovane donna restò immobile contro il tronco dell'albero con il vestito giallo tra le mani sporco di sangue e lacrime.
Si sentì derubata di qualcosa che non sapeva bene cosa fosse che poi qualcuno, con il tempo, chiamò femminilità.  

Non tutti gli uomini lo sanno, ma noi donne abbiamo un fiore dentro e appropriarsene senza chiedere il permesso è da animali, non da esseri umani.
  

   

mercoledì 15 luglio 2009

Serata fortunata ma poco profumata

Ieri è stata la mia serata fortunata, ero con due amiche in un baretto seduta fuori a prendere una birra.
I tavolini erano situati sul marciapiede di una strada non troppo trafficata e sopra di noi, prima del cielo poco terso di Milano, si affacciavano dei cornicioni sui quali dei simpatici piccioni alloggiavano indisturbati......per farla in breve: un piccione mi ha cagato in testa!
Serata con cagata, serata fortunata!

lunedì 13 luglio 2009

Essere figlia

Questo week end mi sono sentita di nuovo figlia, dopo tanto.
Al mare con mamma papà zia cugina e cugino prima poi solo con mamma e papà con aggiunta di nonno quasi 89 enne.
"Sono almeno trent'anni che non andiamo al mare insieme" mi dice mio padre in spiaggia.
Io di anni ne ho quasi 36 e l'ultima volta effettivamente ne avevo cinque o sei e non ero poi tanto diversa da ora: stesse paure, stessa testa dura, stessa altezza potrei aggiungere. 
Ma di cose in realtà ne sono accadute molte da allora e la prima è che era passato davvero tanto tempo dall'ultima volta che ero rimasta con loro più di 24 ore.
Mamma e papà così pieni di vita, di gioia di fare le piccole cose, con quello sguardo sul mondo così leggero ma saggio.
Mi piacciono, i miei mi piacciono.
Sono allegri, simpatici, abbiamo riso, scherzato, mangiato gelati e rifiutato caffè orripilanti, comprato regalini e fatto il bagno tutti e 4, io, loro e Nico mio.
Il primo giorno in spiaggia me li vedo davanti in costume da bagno, abbronzati, in forma per la loro età, mia mamma che prende il sole senza protezione ma con l'olio "Perchè abbronza di più" e mio papà che fa il cruciverba alla velocità della luce, li guardo e li ammiro.
In autostrada al ritorno me li ritrovo accanto, facciamo tutto il viaggio insieme, noi davanti con la nostra auto e loro dietro e mio padre che mi protegge, anche lì.
Era da un pò che non sentivo questo senso di protezione, d'amore da parte loro; io che ho sempre voluto fate la "figlia grande" mi dico che è bello ogni tanto essere  semplicemente FIGLIA!  

mercoledì 8 luglio 2009

Il fiocco

Entro in una merceria, è da quando ero bambina che non lo facevo.
Mi serve solo un pezzo si organza per legare le tende della stanza ma devo aspettare il mio turno.
Un ragazza e una donna più anziana stanno scegliendo del nastro bianco per fare un ficco da mettere su un vestito.
La commessa propone un doppio nastro (seta e organza): "Se piace però perchè non so i vostri gusti", le due si guardano, la signora più anziana prende il fiocco e inizia a girarlo come se lo immaginasse già sul vestito, socchiude gli occhi, attende ancora un istante:" Mi piace, si, mi piace" ripete.
Bene penso io, loro sono state accontentate da un semplice fiocco bianco.
La ragazza accanto a me invece cerca un nastro nero, sottile, da mettere intorno alla vita di un abito al quale deve fare un fiocco, anche lei (ma vanno i fiocchi quest'anno?!), ecco subito accontentata: "Due metri di nastro per lei", "Forse due sono troppi, facciamo 1,70 cm".
Questa gente tratta le stoffe come fossero dei gioielli, hanno una cura e una delicatezza nello srotolare le matasse di stoffa colorata e nel rimetterle nei cassetti diligentemente ordinati per nome e tipo: "Paillettes 2 metri", "Pizzo 10 cm" che non potevo nemmeno immaginare.
E in mezzo a quel tripudio di stoffe, piume, pizzi e organze luminescenti immagino i vestiti che potrei farmi se solo ne fossi capace: verde smeraldo lucido, bianco iridescente, rosa patinato, blu notte satinato ma per ora mi fermo al mio nastro viola per le tende: "Un euro e ottanta".
Così poco per un viaggio in questo mondo colorato...........ci tornerò presto, magari per un fiocco!  
 

martedì 7 luglio 2009

Come fiori

L'altro giorno un profumo di terra ha attraversato l'abitacolo della mia auto.
Era un odore acre, forte, come quello che senti nei campi dove le cose stanno per nascere o nei cimiteri dove le vite umane riposano.
La terra è quello da cui veniamo, siamo radici anche noi e come fiori nasciamo, sbocciamo e appassiamo.
E come i fiori abbiamo bisogno di luce, acqua e amore.
L'amore è capace di trasformare gli esseri umani, di renderli migliori, l'amore può dove ne la ragione ne le parole possono arrivare: l'amore è tutto, è vita.
Me ne rendo conto ora che sento di amare come mai mi è successo prima e, un pò intrappolata da questo totale sentimento, mi ritrovo più forte.
E a volte ho paura, una paura che mi paralizza, paura di perderlo.
Di perdere tutto l'amore del mondo.
Ma mi dico che dipende solo da me, conservare questo fiore e dagli da bere ogni volta che ne vorrà. 

domenica 28 giugno 2009

Appartenenza

Appartenenza, una parola che riempie la bocca solo a pronunciarla.
E' una della cose che fa più soffrire quando non ce l'hai, l'Appartenenza.
Sentire di non appartenere a qualcosa o a qualcuno, sentirsi soli senza poter condividere.
Nel mio tragitto spesso ho sentito la mancanza di Appartenenza e per questo ho sofferto molto, quando me ne sono andata di casa appena 19enne ho lasciato qualcosa che conoscevo per il vuoto di una città e delle sue leggi.
Ho dovuto inventarmi e credere in rapporti traballanti per sentire di appartenere a qualcosa, a qualcuno.
Ho creduto in un lavoro e nelle persone che lo facevano ogni volta con nuova energia e fiducia.
Nessuno mi ha tradita o illusa ma l'appartenenza è qualcosa che nasce nel tempo, con calma.
Ho cambiato mille luoghi, lavori, amici, persone che apparivano per un pò e poi si dileguavano, relazioni brevi e quasi mai intense ma senza mai legarmi davvero (a parte pochi casi).
Oggi mi sento più forte, non ho bisogno di sentirmi parte di un gruppo a tutti i costi, so di appartenere a me stessa e alle persone che amo. 
So di fare un lavoro che mi piace in un luogo che non mi appartiene.
Mi sto costruendo una famiglia che oggi è la mia vita, il mio luogo che sento, finalmente, appartenermi. 

"L'Appartenenza non è lo sforzo di un civile stare insieme
  non è il conforto di un normale voler bene
  l'Appartenenza è avere gli altri dentro se.

  L'Appartenenza non è un insieme casuale di persone
  non è il consenso a un'apparente aggregazione
  L'Appartenenza è avere gli altri dentro se."

Giorgio Gaber da "L'Appartenenza". 

     

lunedì 22 giugno 2009

In tanti posti

Dove sono stata? In tanti posti.
A lavorare per il mio futuro che sento sempre incerto anche coi miei 35 anni suonati ma forse questo senso di precarietà non è una questione d'età ma di carattere....o forse è la vita che è proprio così: nasciamo, viviamo, moriamo.
Sono stata a coccolarmi un pò le persone che amo che a volte ho la sensazione che mi "volino via", un pò come il tempo: mi scivolano tra le mani.
Mi sono anche un pò curata le ferite del mio essere sempre troppo apprensiva, se mai un giorno dovessi diventare mamma.....povero cucciolo!!!
E sono, come sempre ultimamente, rimasta basita da quello che accade nel nostro paese, un Presidente del Consiglio indagato per prostituzione, droga e quant'altro........ma nessuno glielo dice che dovrebbe DIMETTERSI ?!? Ola, sciò, andare, via, basta, RAUSS!!!
E in quel posto lì dove sono stata le cose funzionano esattamente come quì, la gente ha paura di essere felice e di prendersi quello che le spetta, la libertà.
Finirà questo REGIME?


mercoledì 17 giugno 2009

lunedì 15 giugno 2009

Basta poco delle volte!

Non sono una buona samaritana, non lo sono mai stata ma oggi ho fatto due cose che mi hanno resa felice: salutare la ragazza all'angolo che avrà la mia età e si prostituisce e aiutare una mamma a portare il passeggino, con dentro la figlia, sù dalle scale della metropolitana sotto gli occhi divertiti di alcuni passanti.
Mi sono sporcata anche i jeans e ho tirato due Madonne dopo ma ero felice.......basta poco delle volte!

Non lo so....ancora....parlare!!!

L'altra sera ho bevuto un mojto (fatto dalla ragazza del fratello del mio fidanzato), beh era una vita che non ne bevevo uno.......ho parlato inglese tutta la sera......e io l'inglese NON LO SO!!!
Ieri invece, sulla strada che mi portava dai miei genitori con 30 gradi ma percepiti 50°, ho visto le montagne di fronte: avevano la neve.....ANCORA!!!
E, sempre ieri, ho pensato che è dura essere figli ma essere genitori è proprio una bella fatica e, se poi ti capita una figlia come me che pretende di PARLARE, deve essere proprio un bel casino!!!


giovedì 11 giugno 2009

Spaesata

Mi sento spaesata, senza paese.
Leggo le notizie su internet e mi sembrano tutte in un'altra lingua, non la mia.
Leggi ad personam, conflitto di interesse, processo Mills, aerei di stato usati per scopi personali, Villa Certosa con ca**i al vento, Noemi....!
Oggi leggo che, zitti zitti, hanno approvato un ddl in cui vengono ridotte le intercettazioni che verranno relegate solo a gente "già colpevole".
I magistrati insorgono perchè, con questo sistema, non potranno più intercettare molti casi eclatanti scoperti in Italia grazie alle intercettazioni: Clinica Santa Rita, i Boss mafiosi e il nostro paese cosa fa? Il 35% vota PDL.
La disfatta dell'Italia, degli italiani e soprattutto delle ITALIANE!
Le donne usate come specchietto per le allodole per ottenere voti, le donne in prima pagina ad attrarre l'elettore abbronzato e con il macchinone.
Questo non è più il paese che mi rappresenta, questo non è il posto dove voglio stare ma forse è sempre stato così, sono solo io che sono cresciuta.
Benvenuta tra i "grandi"...........stro**i!
E ti conviene imparare presto questa nuova lingua se no ti sentirai parecchio spaesata. 

sabato 6 giugno 2009

Senza nome

Ieri esco dal lavoro e una fitta pioggia mi sorprende.
Mi metto il giubbotto di jeans in testa e mi incammino verso la metropolitana.
Ad un semaforo incontro una signora protetta dal suo ombrello che, tutta sorridente, mi dice: "Venga sotto signorina", "Ma dove va lei?" dico io, "Alla metrolitana" fa lei.
Facciamo un pezzo di strada insieme io e quella sconosciuta sotto il suo ombrello color panna a fiori marroni e la pioggia che non accenna a diminuire:  "Me lo sono fatta dare dove lavoro, ero senza anch'io, ma se lo metta adesso il giubbetto che fa freddo"!
Insomma discorriamo del più e del meno e mi dice che lavora come receptionist in un palazzo dove fanno corsi per imparare ad usare il computer.
Nel frattempo arriviamo al sottopassaggio, l'ombrello non serve più e tutte e due entriamo sotto la galleria, io mi fermo alla bancarella di un ragazzo indiano per comprare l'ennesimo ombrello da borsetta.
Lei se ne va e mentre si allontana la saluto con la mano GRAZIE PER LA SUA GENTILEZZA......NON SO NEANCHE IL SUO NOME MA LE PERSONE COME LEI MI FANNO TORNARE LA FIDUCIA VERSO GLI ALTRI avrei voluto dirle.......peccato non abbia potuto farlo, lei era già sparita!

mercoledì 3 giugno 2009

Dolores de Panza

Dopo la bocca amara dei giorni seguenti ho avuto pure la nausea e altro che non sto a raccontare per gentilezza nei confronti di chi legge, posso solo dire che il wc mi ha rapita per un paio di giorni.
E così tra il mal di pancia, di testa e di schiena mi son resa conto di quanto sia importante, banalmente, stare bene.
Quindi, con questa nuova linfa vitale, gioisco della vita e della mia pancia piatta......ancora per poco!
 

martedì 26 maggio 2009

Bocca amara

Ieri un amico mi ha detto, "Bene, adesso fai la scrittrice!".
Cacchio, bella responsabilità!
Sempre ieri mi sono svegliata con la bocca amara, non avevo digerito.
Mi sono chiesta che cosa non avessi digerito se tutte le ca**te che mi tocca leggere sui giornali ultimamente o cosa.
Noemi di quì Veronica di lì Silvio di là.......altro che bocca amara, quì c'è da prendere in mano un fiore e fare la rivoluzione!
La bocca amara è un segno tangibile del corpo che ti dice che qualcosa non va, qualcosina ti si è fermata proprio lì e non ne vuole sapere di andarsene ne su ne giù.
Poi mi sono letta un articolo di Margaret Mazzantini in cui parla della scrittura, ad un certo punto dice: "Scrivo solo quello che mi fa venire nostalgia".
Ecco, forse dovrei iniziare a scrivere proprio di quelle cose che restano incastrate lì nella gola fra troppe parole di circostanza.
Bisognerebbe scrivere quello che ci sta a cuore, che ci fa piangere e gioire, che ci appassiona e ci fa incazzare, quello che ci rende la bocca amara e dolce.
La Mazzantini aggiunge anche che: "Scrivere è un'avventura nella quale ci si deve tirare via dal mondo per raccontare il mondo".
Più tirata via di così, a volte sono talmente "via" che anche io faccio fatica a trovarmi.
Per scrivere bisogna solo scrivere, e basta.
Ci vuole tempo. 
E un pò di fiducia.
Sempre ieri, con la bocca amara, mi hanno regalato questa poesia e, improvvisamente, è come sa avessi inghiottito chili di gelato alla menta e cioccolato.....la mia bocca si è addolcita. 

VALORE 

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finchè dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, risparmiare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.

Erri De Luca 
 

venerdì 22 maggio 2009

Numeri che vanno.....amici veri che restano.

E' un vizio che ho da quando ero piccola: uno mi fa incazzare e io cancello il suo numero dal mio cellulare! 
Questa settimana ne ho cancellati ben 2, essivedecheselomeritavano!
Effettivamente si, uno è un vecchio amico, l'altro avrebbe potuto diventarlo ma non ci sono le premesse, non più.
E' che io sono un pò ingenua e mi faccio abbindolare, credo che le persone siano come si pongono (ho 35 anni e sono stanca di fingere) e invece niente, c'è sempre qualche cogl**ne che ci prova.
A "vendersi" intendo, a fare l'amicone che ci tiene a vederti e poi sta al telefono con altri  per delle ore e tu sei lì in macchina che aspetti che smetta, lo guardi e provi un pò di pena per lui ma poi ti senti tu una cogl**na..... ma cosa perdi tempo con sta gente??!??
Io credo che l'amicizia sia qualcosa che si costruisce pian piano, senza troppe parole ma con i fatti: io ci sono, tu ci sei, abbiamo delle cose in comune, abbiamo voglia di raccontarcele ogni tanto, poi quell'ogni tanto diventa sempre più spesso fin che se non ti vedo per una settimana mi manchi.
Oppure ci sono quelle amicizie talmente salde che vivono di rendita ma hanno bisogno comunque di essere "annaffiate" ogni tanto.
E la famosa "Amicizia tra Uomo e Donna"............esiste?
Io non lo so ma per ora dico NO.
Ed è la mia risposta definitiva!
  


mercoledì 13 maggio 2009

Non ci sono steccati
Non ci sono confini
Non ci sono carceri
Non c'è, non ci potrà mai essere, dogana

PER LE IDEE!

(Anonimo)

lunedì 11 maggio 2009

Oddio una strega!

Mi chiedo se ogni donna nasca con il profondo bisogno di diventare mamma un giorno.
Ho 35 anni e mezzo e non sento questo bisogno, per ora.
Forse non sono normale.
Forse sono un'egoista paurosa giovane donna.
O forse ho solo voglia di vivermi la vita così come viene e ora un figlio non lo desidero.
Ora no.
Forza, mettetemi al rogo!

sabato 9 maggio 2009

Mani tese

Una ragazza bionda vestita di nero mi ferma per strada:
"Posso leggerti la mano?" 
"No grazie" dico io.
"Due uomini ti amano" 
"Solo due?!?" faccio io, sorrido e vado per la mia strada.
Non era una zingara, o per lo meno non mi sembrava ma che differenza fa?
Non mi succedeva da anni che qualcuno mi fermasse per leggermi la mano, era una cosa che mi accadeva negli anni' 80 o '90 sù dove abitavo.
A Caserta, al casello dell'autostrada invece, una ragazzina di circa 12 anni chiedeva l'elemosina.
Tiravi giù il vetro per ritirare il biglietto e lei era lì, con il viso e le mani sporche di tubi di scappamento.
Ma da che ora del mattino sei lì e a che ora torneranno a prenderti?
Avrai già guadagnato quello che ti serve per non buscarle anche stasera?
Quando ho smesso con le domande lei era già scivolata via dal finestrino posteriore e la macchina aveva già ripreso la sua corsa ma è bastata una frazione di secondo, il suo sguardo era già entrato nel mio. 
E lei sue mani tese anche.
 

mercoledì 6 maggio 2009

E' arrivato Leon!!!

Poche ore fa, mentre eravamo coccolati dalle teneri braccia di Morfeo,
Leon ha messo piede per la prima volta su questo nostro pazzo mondo coccolato dalle braccia adoranti della sua mamma.
Benvenuto Leon!!!
E che la vita ti sorrida parecchio.

giovedì 30 aprile 2009

Dicono che ci si renda conto di quanto si è innamorati di una persona guardandola compiere le piccole azioni quotidiane.
Come si asciuga dopo la doccia, come si rannicchia sul divano, come mescola il caffè nella tazzina, come regge il cucchiaino con il quale mescola, insomma cose molto semplici.
Io oggi l'ho visto correre, al parco.
Passavo per caso e pensavo: "Come sarebbe bello vederlo adesso" e, proprio in quel momento, lui appare.
Con la sua maglietta grigia sudata, l'andatura un pò affaticata e il viso serio, concentrato.
Una luce mi è entrata dentro, mi ha sfondato il petto come una lama: ma io quest'uomo l'amo!
L'amo perchè fà fatica e non lo nasconde, perchè si sveglia la mattina con gli occhi impastati e mi guarda come un pulcino, perchè resiste alle sue insicurezze, le affronta e le supera ogni volta.
L'amo per la sua andatura lenta, dinoccolata ma piantata per terra.
A volte ha la saggezza di un albero, ha radici forti, magari un ramo si spezza ma poi ricresce.
Amo quest'uomo perchè è leale e vivo.
Di una vita fatta di piccole cose e per questo grandissime.
Sei la sponda e l'acqua che scorre dentro, da te mi disseto.
Sempre
TUA. 
  
  

mercoledì 29 aprile 2009

C'era una volta...

C'era una volta un paese governato da brave persone che non pensavano solo ai propri interessi ma al bene comune.
Gente che si batteva davvero per i diritti dei più deboli.
La destra e la sinistra non passavano il tempo a farsi la guerra, anzi arricchivano ognuno le proprie idee attraverso la diversità dell'altro e quando era tempo di elezioni, i cittadini aveva l'imbarazzo della scelta su chi votare.
Le donne venivano aiutate a crescere i figli mantenendo, contemporaneamente, la propria professione.
Gli omosessuali non erano più così al centro dell'attenzione, avere gusti differenti era la normalità.
Non si vedevano uomini o donne sdraiati per terra coperti da stracci luridi e sgualciti, lì ognuno aveva la sua casa, piccola magari, ma l'aveva.
C'era una volta un paese libero dove ogni cittadino poteva esprimere le proprie idee senza essere censurato, anche in tv.
Il Premier non candidava veline o letteronze alle europee perchè la tv non la guardava quasi nessuno e non aveva alcun potere.
La tv non aveva inventato modelli culturali da seguire o da osannare, era solo un oggetto, come la lavatrice o l'asciugacapelli.
C'era una volta un paese dove chi lo governava, lui per primo, era una brava persona.
Io quel paese lì, da quando ho memoria, non l'ho mai visto............
chissà, forse ho solo sbagliato favola!   
 

martedì 28 aprile 2009

Classifiche

Ieri sera io e Nico ci siamo addormentati facendo la classifica delle verdure che più ci piacciono, senza prima aver fatto quella della frutta.
Mi sono sempre piaciute le classifiche, così precise, concise, lì si che si va subito al sodo.
Ricordo il libro di Nick Hornby "Altà Fedeltà", da cui trassero anche il film, lì era tutta una classifica: la vita in classifica.
La classifica degli ex, degli amici, dei vini preferiti! 
Ecco quindi alcune mie classifiche:

Ex
1) Gabriele
2) Manuel
3) Umberto 
4) Luca
5) Alceste (solo per il nome!)

Amici
1) Elena
1) Alessandra
1) Saretta
1) Mirka
1) Valeria

Vini
1) Bonarda
2)Gutturnio
3) Barbera
4) Primitivo
5) Negramaro

Frutta
1) Melone
2) Fragole
3) Albicocche
4) Banane
5) Pesche

Verdura
1) Cavoletti di bruxell
2) Cavolfiore
3) Zucchine...............mi sono addormenata!

venerdì 24 aprile 2009

Ah...le nuvole!

Saranno state le nove o giù di lì, 
il cielo livido come se dovesse venire un temporale da un momento all'altro.
E poi loro: pompose, divertite, facevano capolino una sull'altra.
Chi dava sul bianco sporco, chi sul grigio intenso, una era nera e ce n'era pure una rosa.
Una nuvola rosa....ma chi l'ha mai vista una nuvola rosa?
Per me era la prima volta!
Loro si che sono fortunate, loro passano e se ne vanno
non ritornano quasi mai e, se ritornano, non sono mai le stesse.
Noi tergiversiamo, ci spaventiamo, sbagliamo e spesso non cambiamo....
come vorrei ESSERE NUVOLA!!!

venerdì 10 aprile 2009

Buoni giorni

Per qualche giorno stacco la spina......del pc!
Buoni giorni a te.
Che siano sereni.

 

mercoledì 8 aprile 2009

Pensieri a spasso

La terra ha tremato, sino ad ora più di 270 vittime e 28.000 persone senza casa.
Barak Obama, nel suo discorso a Praga sul nucleare, ha detto che la vita ha senso solo se vissuta per aiutare gli altri.
Il nostro presidente del consiglio oggi si è presentato all'Aquila con un casco rosso in testa.....forse pensava di andare sugli autoscontri.
Dapprima aveva negato gli aiuti umanitari stranieri, adesso ha detto che Barak Obama ci aiuterà.
Nessuno si vuole prendere le responsabilità di quello che è accaduto in Abruzzo, tutti parlano e nessuno che faccia un "mea culpa". 
Com'è che la gente aveva paura e dormiva fuori casa da giorni?
C'erano scosse da settembre, siamo ad aprile e sono passati in tutto 7 mesi, com'è che nessuno si è preso la briga di mettere in guardia queste persone? Spiegare loro che cosa sarebbe potuto accadere, prepararli psicologicamente, farli scegliere se salvarsi e andare via o difendere la propria casa restando e rischiando la vita.
Com'è che una studentessa di 23 anni si è salvata perchè, nella casa dello studente in cui dormiva, c'erano crepe sui muri grosse quanto una montagna, ha fatto le valigie e se n'è andata e gli altri no?
Sono rimasti e si sono scavati la tomba tra le mura della loro stanza da letto.
Si fidavano, semplicemente.
Di chi minimizzava, di chi diceva che erano sole piccole scosse.
E l'ospedale dell'Aquila che è crollato? Costruito appena nel 2002 (o giù di lì) con "materiali antisismici" e cemento armato che si è sbriciolato come fosse un biscotto.
Io sono quì comoda sul divano che scrivo il mio blog ma, anche se non c'entro nulla e sono lontana, io dei responsabili li vorrei.
Vorrei che qualcuno si dimettesse (Bertolaso per esempio che non ha mai saputo fare il suo lavoro). Vorrei che qualcuno riconoscesse di aver sbagliato.
Ma perchè non siamo mai capaci di farlo? Perchè?
Quando invece chiedere scusa è così virile, così umano!
Ecco, io mi scuso per tutte le volte che scappo di fronte ai miei doveri, alle piccole cose che potrei fare e non faccio per codardia.
Per tutte le volte che non mi sento all'altezza e mi muro dentro.
Per quando non ho aiutato qualcuno per paura, e non ho guardato dritto in faccia per inadeguatezza.
Chiedo scusa a me stessa per essermi disprezzata.
Ecco, trovo ora un concetto che cercavo da giorni, vorrei imparare a sentirmi utile, vorrei che qualcuno mi insegnasse a farlo.
Sento che la mia vita prende un senso solo così. Ma non so dove sbattere la testa.
A volte odio questo paese per la sua ipocrisia, le persone che lo governano non mi rappresentano e mi spaventa la loro superficialità.
Forse dovrei solo trovare un pò più senso in quello che faccio.....e lì ritorna il discorso di Obama: "abbiamo un senso solo se ci adoperiamo per gli altri"......devo imparare.
Voglio imparare.
  
 

giovedì 2 aprile 2009

Notizie da Politicandia

Premetto che sto scrivendo con la radio in sottofondo, una nuova radio tra l'altro nata proprio oggi sul web: I love radio.
Il programma trasmette musica rock quindi non so gli effetti che farà sulle mie dita e sulla mia psiche......."Smettetela di fare shopping durante le ore di lavoro donne, è un reato!".
Urla il ministro Brunetta.
Durante le ore di lavoro cosa? 
"Smettetela di fare la spesa, durante le ore di lavoro si lavora".
Ma lei, (non mi viene proprio di darle del "lei", troppo rispettoso) ma tu, ma come?!
Ma cosa caz** ne sai di cosa voglia dire lavorare crescendo dei figli e tenendosi un marito che non corra dietro alla prima sottana che svolazza?
Ma tu che uomo sei? Ops pardon, non sei un uomo sei in politico e troppo spesso purtroppo le due cose non vanno di pari passo.
Ma come si possono dire certe cose, con quella leggerezza ? Non avrei certo avuto il self control che ha avuto il ministro Carfagna io. 
L'avrei messo su un seggiolone e gli avrei urlato in faccia che ci sono fior fiori di lavoratrici nel nostro paese che per far quadrare tutto si fanno un cu** quadro ogni giorno che Dio manda in terra.
Che finito il lavoro corrono a fare la spesa, a prendere il bambino all'asilo poi a casa a cucinare per il marito che torna (nella migliore delle ipotesi), a volte tornano a casa e non c'è nessuno ad aspettarle.
E di donne così ne ho conosciute, donne che hanno cresciuto, in mezzo alle mille peripezie della vita, dei figli sa sole.
Ma lui, il piccolo, brillante umorista Brunetta....lui che ne sa della vita vera, quella vissuta nel mondo reale, che ne sa di come funziona quaggiù.....lui vive lassù su Politicandia!

lunedì 30 marzo 2009

La la la la la!

Questo pomeriggio un vecchietto severo con occhiali e barba bianca mi ha attraversato la strada.
Quando ho capito chi era stavo per investirlo: il mio primo insegnante di canto!
L'appuntamento era a casa sua, era l'insegnante di una mia conoscente quindi ci si poteva fidare.
"Prego", mi disse dopo un pò. Prego cosa pensai io?
"Prego, si accomodi quì accanto al pianoforte", avevo paura che il cuore saltasse fuori dalla maglietta da quanto ero agitata/emozionata ma mi avvicinai.
"La la la la la" fece lui intonando una specie di scala...... "La la la la la" feci io come una pecorella smarrita,  "Fuori la voce signorina" mi urla in un orecchio.
Avevo 14 anni, cantavo ai matrimoni e con un gruppo al quale mi univo ogni tanto ma cantare con quell'insegnante accigliato che giudicava ogni mio respiro, era tutta un'altra cosa.
"La la la la la" fece lui con la voce da tenore "La la la la la" ripetevo io.
"Non ci siamo signorina, ma la vogliamo tirare fuori questa voce o no?".
"Caz** questa è tutta quella che ho!" ho pensato prima di prendermi una serie di altri insulti secondo i quali "non aprivo abbastanza la bocca, non sapevo respirare bene e non avevo neanche una buona estensione vocale".
Ma l'insegnate sei tu, insegnamelo! Gli avrei risposto oggi, ma allora non lo feci e per diverso tempo ci rimasi molto male.
Nella vita certo non ho fatto la cantante ma ho usato la voce per fare altro, radio per esempio e ogni tanto, in radio, canto.......alla facciazza sua.......la la la la la!

mercoledì 25 marzo 2009

Un piccolo miracolo

Stamattina ho conosciuto Rossana, rumena, sedici anni, con un fazzoletto rosso sulla testa e le mani giunte in grembo per raccogliere qualche spicciolo; è Elena che me l'ha presentata e oggi compiva 16 anni.
Stamattina in quella via del centro piena di gente indaffarata, si è compiuto un piccolo miracolo: le persone si fermavano a salutarla, le davano spiccioli, le facevano gli auguri e un signore, tutto elegante e impomatato, le ha regalato pure un croissant.
Noi non sapevamo del suo compleanno e, casualmente, le abbiamo portato dei vestiti, un cappuccino caldo e un croissant (un altro!): "Ma tu non abiti da queste parti?" mi fa lei guardandomi fissa negli occhi: "No no" dico io, "Sono passata a trovare Elena e a conoscere te!".
Rossana ci ha salutato dicendoci che tra due settimane partirà per la Romania, tornerà a casa e a me sembrava felice.
Anche io sono tornata a casa e, ripensandoci, mi sono detta che delle volte forse basterebbe "fermarsi" semplicemente e "osservare".
Se Elena non si fosse "fermata" io Rossana non l'avrei mai conosciuta.


   

lunedì 23 marzo 2009

Considerazioni sparse sulle donne

Vanessa Beecroft è una fotografa nata a Genova ma americana d'adozione.
In passato è stata anoressica e bulimica e che ha spesso dedicato i suoi lavori alla condizione della donna usando corpi di donne nude di tutti i colori di pelle.
Avevo detto ad Elena che sarei andata con lei a vedere la mostra ma ieri sono stata presa da una strana "sete", non ho potuto aspettare e sono corsa a "dissetarmi" attraverso le sue immagini forti, sgraziate, sofferenti.
Noi donne spesso non siamo capaci d'amarci, io ci sono passata e per anni ho odiato la mia immagine: troppo grassa, troppo magra, troppo bruna, troppo bionda......la forza e la bellezza che abbiamo dentro la scopriamo più avanti e c'è chi purtroppo non la riconosce mai.
Vanessa, probabilmente, attraverso il suo lavoro ha trovato il modo di accettarsi, io ci sono riuscita dopo anni di psicanalisi.
Ma da dove arriva tutta questa insoddisfazione verso noi stesse? Ognuna ha le sue motivazioni spesso da ricondurre al rapporto con la mamma (dice la psicanalisi) e nel mio caso è sicuramente così.
Ecco, una donna della mia vita è sicuramente mia mamma, l'Anna (o la "Ustia" come la chiamano le mie amiche) che ho imparato ad apprezzare nel tempo.
Lei e le sue giornate piene di tutto, lei e le passeggiate interminabili con il cane, le pulizie dove è già pulito (come dice mio padre) lei e la pasta da riscaldare o il bucato da stendere all'una del mattino.
Lei impicciona, curiosa e pettegola ma generosa come poche persone ho incontrato nella vita.
Poi c'è la Laura.
L'ultima volta via mail mi ha scritto "considerami una vecchia amica che ha avuto molte esperienze" ma io Laura la considero molto di più.
E' stata la mia mamma milanese, una persona tanto intelligente quanto sensibile con cui poter parlare di tutto e che adesso sta passando un momento difficile ma so che si risolleverà presto, la conosco. A proposito, sei andata in palestra Laura?
Poi la Cri che non posso certo dimenticare: lieve, fine e leggera come una stoffa di seta.
La Cri non si è mai saputo che età abbia veramente ma sta intorno ai cinquanta ed è ciò che considero una "Maga delle spezie", lei ti infonde fiducia, ti apre gli occhi e ti fa meravigliare del fatto che: sei speciale perchè sei imperfetta.......perfetta nella tua imperfezione.
Tutti dovrebbero incontrare una Cri nella propria vita!
E poi Ele, alta, mora, mossa come un mare in tempesta.
Lei non lo sa di essere di una bellezza devastante, evidentemente gli specchi non le restituiscono la "realtà vera" ma meglio così altrimenti.....già scrive bene, quando ci si mette cucina pure bene, se sapesse pure di essere bona sai che spocchiosa sarebbe?!?
Beh, di Ale che dire: una dolce, pignola rompico******, nel senso buono del termine ovvio!
Ale è precisa e attenta, una di quelle amiche sulle quali poter sempre contare per lamentarsi delle proprie inadeguatezze, spettegolare sull'ultima puntata di X Factor o raccontarsi l'ultimo film da vedere. 
E infine Lu, la mia piccola sorellona (alta 1,85 ), la colta di famiglia che quand'era piccola si faceva sballonzolare come un bambolotto.
Ora è cresciuta assai ed è molto più responsabile di me su tante cose, la vorrei solo un meno spaventata dalla vita.
A caspita dimenticavo Mirka, (la svizzerotta).
L'amica di sempre, quella che di te conosce tutto soprattutto le tue mancanze.
Quella con la quale sei passata in mezzo alla mer** e lei sempre lì a sorreggerti, invischiata sino a metà coscia.
Ci siamo ritrovate dopo tanto tempo, siamo di nuovo noi, pronte per nuove avventure......con tanto di slittino e tuta da sci come l'ultima volta.
Beh, a tutte queste donne voglio dire GRAZIE, perchè se oggi sono quella che sono è anche grazie a voi!
Con tutti i miei difetti (tanti)
Io.
   
 

sabato 21 marzo 2009

Il letto di formiche di Donato

Donato è un morbido piacentino che adora il Gutturnio e il salame.....come dagli torto?
Donato ha la pelle bianca a gli occhi neri come la sua immaginazione, "falla come la senti più tua" mi diceva ogni volta che scriveva il copione per il programma che facevamo insieme. 
Donato mi è stato subito simpatico, dalla prima volta che l'ho visto: uno di quei bambinoni cresciuti con il costumone colorato che si vedono in spiaggia che sembrano più grandi della loro età ma che giocano con gli altri amabilmente senza far pesare la loro "superiorità".
Ecco Donato è così, un talento, un folle genio della scrittura e finalmente venerdì ha pubblicato il suo primo romanzo: "Il letto di formiche" (libro che ho letto in un giorno solo perchè avevo degli impegni altrimenti l'avrei bevuto in poche ore).
Donato ha scritto una storia torbida, forte, che sa di terra umida e  di campagna; gli ho detto che Salvatores sarebbe il regista ideale per farne un film ma lui mi ha risposto che non ci aveva mai pensato, era solo una storia che da anni aveva voglia di raccontare.
Gli ho anche chiesto come fosse possibile che una persona "normale" potesse avere immagini in testa tanto lugubri e malate e lui mi ha risposto che ha solo dovuto "osservare l'umanità", in metropolitana, in treno, per strada.
"Non fermarmi in superficie ma andare giù, in profondità, chiedermi perchè quello si mangia le unghie in quel modo, che cosa gli sarà successo?".
Tutto quì Donato? Tanto spirito d'osservazione certo ma dove lo lasci il talento? Quello non te lo insegna nessuno o ce l'hai o ciccia!
Sono orgogliosa di te Donato perchè, nonostante tutti i NO, sei andato avanti e sei diventato più forte e hai visto il tuo sogno realizzarsi: "Il letto di formiche" di Donato Dallavalle.
BRAVO DONA!

venerdì 20 marzo 2009

Mi accorgo da queste cose che sto invecchiando......

Un locale fumoso, umido e pieno di gente, una sorta di taverna con tanto di festa stile anni'80.
Il gruppo musicale di turno che suona le cover per eccellenza.....da "Azzurro" di Adriano Celentano a "Cleptomania" degli Sugarfree ed è proprio lì che Nico mi sbatte lì, tra una birra alla spina e l'altra,  la sua innocente frase: "Mi accorgo da queste cose che sto invecchiando".
Caspita io me ne sono accorta da un pezzo!
La pelle della pancia non è più "tirata" come una volta, le rughette intorno agli occhi non sono più le puerili "rughe d'espressione" di una volta ma son ben altro.
Solchi, veri e propri solchi che scalfiscono i miei occhi ma mi piacciono, fanno di me una donna che ha vissuto appieno i suoi 35 anni e che non si spaventa del tempo che passa......non per ora almeno.
I ventenni non mi calcolano più, quel decennio lì ormai è "abbandonato per sempre", mi danno del lei e ci manca solo che in metropolitana si alzino per lasciarmi il posto e lì giuro che un "Vaffanc***" non glielo leva nessuno.
Ma è oggi che, come non mai, mi sono accorta del tempo che inesorabile si scaraventa su tutti noi......., me in questo caso.
Esco dalla metropolitana e sui gradini incrocio Maria, stessi capelli ricci vaporosi, stessi occhiali da maestrina anni '70 e stessa faccia, Maria lei l'ingegnera: "Maria", faccio io felice di vederla dopo anni e lei "Ma io mi chiamo Barbara!".
Ma nooooooooooooooooooooooo, cheffiguradimer**!
Caspita giuro che era lei, forse non mi ha riconosciuta o era di corsa e non aveva voglia di salutarmi o forse sono io che sto invecchiando.
E va beh, sto invecchiando e allora che male c'è? Non è forse un diritto di tutti invecchiare?
Non è forse una SPERANZA?
Mah....comunque per me era lei, vado a mandarle subito un sms.......ma dove diavolo ho messo gli occhiali!?! 
 

giovedì 19 marzo 2009

W le campane!

Stanotte ho sentito le campane......a Milano.....in quindici anni di permanenza quì non mi era mai successo.
Ma dormo o son desta mi son detta, no no  ero sveglia, sveglissima!
Erano circa le 3 o le 4 o forse le 5 beh, insomma  era notte inoltrata e ad un certo punto DIN DON DIN DON DIN DON, belle, nitide, fiere.
E subito mi sono venute in mente le campane della prima casa dove vivevo coi miei, le avevo a pochi passi e scandivano tutte le mie giornate e poi quelle della montagna.
Quelle erano meno fiere e un pò più malinconiche, le mie preferite.
Le campane a Milano però, giuro, non le avevo mai sentite.
Eppure Milano è una città, se pur con tutti i suoi innumerevoli difetti, che ogni giorno mi "regala" qualcosa. 
Ieri sera in taxi, per via dello sciopero della metropolitana, ho scoperto delle vie di cui non sapevo l'esistenza e una chiesa di una bellezza disarmante....."non  sembra neanche di essere e Milano", mi è uscito.
Eppure Milano è bella, è solo un pò difficile e scontrosa e da scoprire a poco a poco....come una bella donna.
E poi ci sono le campane!
Alè

mercoledì 18 marzo 2009

prova

Ciao, ho mangiato troppo!!!!