Donato ha la pelle bianca a gli occhi neri come la sua immaginazione, "falla come la senti più tua" mi diceva ogni volta che scriveva il copione per il programma che facevamo insieme.
Donato mi è stato subito simpatico, dalla prima volta che l'ho visto: uno di quei bambinoni cresciuti con il costumone colorato che si vedono in spiaggia che sembrano più grandi della loro età ma che giocano con gli altri amabilmente senza far pesare la loro "superiorità".
Ecco Donato è così, un talento, un folle genio della scrittura e finalmente venerdì ha pubblicato il suo primo romanzo: "Il letto di formiche" (libro che ho letto in un giorno solo perchè avevo degli impegni altrimenti l'avrei bevuto in poche ore).
Donato ha scritto una storia torbida, forte, che sa di terra umida e di campagna; gli ho detto che Salvatores sarebbe il regista ideale per farne un film ma lui mi ha risposto che non ci aveva mai pensato, era solo una storia che da anni aveva voglia di raccontare.
Gli ho anche chiesto come fosse possibile che una persona "normale" potesse avere immagini in testa tanto lugubri e malate e lui mi ha risposto che ha solo dovuto "osservare l'umanità", in metropolitana, in treno, per strada.
"Non fermarmi in superficie ma andare giù, in profondità, chiedermi perchè quello si mangia le unghie in quel modo, che cosa gli sarà successo?".
Tutto quì Donato? Tanto spirito d'osservazione certo ma dove lo lasci il talento? Quello non te lo insegna nessuno o ce l'hai o ciccia!
Sono orgogliosa di te Donato perchè, nonostante tutti i NO, sei andato avanti e sei diventato più forte e hai visto il tuo sogno realizzarsi: "Il letto di formiche" di Donato Dallavalle.
BRAVO DONA!
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