Della pesca in se non è che me ne fregasse molto, era di stare con lui che m' importava.
Ci si svegliava presto la mattina, ci si copriva di magliette e maglioni, si salutava la mamma con la mano, che da lì a un secondo sarebbe ritornata a dormire, e si partiva per l'avventura della vita.
La canna da pesca gialla era la mia preferita.
Poi mi piacevano i moschettoni, le lenze e tutto ciò che luccicava.
In quel periodo, erano gli anni '80, andavano di moda i colori fluorescenti e in quella cassettina, in cui tutto era riposto alla perfezione, regnavano il giallo, il verde e il fuxia fluorescenti e poco importava a cosa servissero, erano i colori che contavano!
Mio padre mi insegnò per la prima volta a tirare la lenza in acqua, il primo ordine fu quello di "Non lanciare mai e poi mai per nessuna ragione al mondo l'amo indietro senza guardare"
e ovviamente fu la prima cosa che feci ma l'urlo di mio padre mi dissuase prontamente: "NOOOOOOOOOOOO COSì CAZZOOOOOOOOOOO!!!!".
Erano giornate indimenticabili o forse fu una solamente ma nei miei ricordi di bambina sembrano giorni e giorni di pesca solo io e lui avvolti dal silenzio del lago, dal rumore degli uccelli e da qualche accidenti che mio padre mi tirava dietro di tanto in tanto.
Erano tempi in cui ero "innamorata di lui" e solo in quei momenti era tutto per me.
Lì ho imparato a conoscere i suoi silenzi,
conoscere non accettare ma per quello c'è ancora tempo!