martedì 20 ottobre 2009

Nel silenzio...della pesca

Il rumore delle canne mosse dal vento quello mi ricordo di più del periodo in cui mio padre mi portava a pescare.
Della pesca in se non è che me ne fregasse molto, era di stare con lui che m' importava.
Ci si svegliava presto la mattina, ci si copriva di magliette e maglioni, si salutava la mamma con la mano, che da lì a un secondo sarebbe ritornata a dormire, e si partiva per l'avventura della vita.
La canna da pesca gialla era la mia preferita.
Poi mi piacevano i moschettoni, le lenze e tutto ciò che luccicava.
In quel periodo, erano gli anni '80, andavano di moda i colori fluorescenti e in quella cassettina, in cui tutto era riposto alla perfezione, regnavano il giallo, il verde e il fuxia fluorescenti e poco importava a cosa servissero, erano i colori che contavano!
Mio padre mi insegnò per la prima volta a tirare la lenza in acqua, il primo ordine fu quello di "Non lanciare mai e poi mai per nessuna ragione al mondo l'amo indietro senza guardare"
e ovviamente fu la prima cosa che feci ma l'urlo di mio padre mi dissuase prontamente: "NOOOOOOOOOOOO COSì CAZZOOOOOOOOOOO!!!!".
Erano giornate indimenticabili o forse fu una solamente ma nei miei ricordi di bambina sembrano giorni e giorni di pesca solo io e lui avvolti dal silenzio del lago, dal rumore degli uccelli e da qualche accidenti che mio padre mi tirava dietro di tanto in tanto.
Erano tempi in cui ero "innamorata di lui" e solo in quei momenti era tutto per me.
Lì ho imparato a conoscere i suoi silenzi,
conoscere non accettare ma per quello c'è ancora tempo!

giovedì 15 ottobre 2009

Due vite

Miriam ha 34 anni, è di un paesino del sud della Francia ma vive in Italia da parecchi anni.
Ha capelli grigi e occhi verdi e sembra più grande della sua età.
Coi suoi due figli, la femmina di tre anni e mezzo e il maschio di cinque, parla francese.
Era arrivata in Italia a 18 anni all'Accademia di Brera, voleva dipingere, poi ha scelto le lingue e si è laureata ma l'amore ha sconvolto tutti i suoi piani.
Si è innamorata di un ragazzo italiano, di Buccinasco (Mi) per l'esattezza, e si è sposata.
Ora la sua vita si divide tra asilo nido, pappe, pipì e popò, passeggini, nanne e quant'altro.
Sorride Miriam e attraverso quegli occhi verdi mi sembra di scorgere un lampo di felicità.

Ana ha 22 anni è albanese e vive in Italia da tre anni, prima era ad Atene ma la lingua era difficile e i greci non erano proprio dei gentiluomini, dice lei.
Vive in un bilocale nel centro di Milano con il suo cagnolino.
Sembra una persona molto aperta, basta un niente e davanti a un caffè ti riversa la sua vita:
una famiglia bisognosa, lei forte, giovane è partita per aiutare i suoi, gli manda i soldi ogni mese.
Ana ha capelli neri lucidissimi fin sotto le orecchie, occhi scuri intensi tanto docili quanto duri, veste casual con jeans e magliette a maniche lunghe, porta sempre con se l'ombrello....."non si sà mai!".
Ana lavora sotto casa mia e per ora ha deciso di vendere il suo corpo.
Dice sorridendo: "Fino a quando mi sistemo poi basta!".



sabato 10 ottobre 2009

Un Nobel alla Diplomazia

Nel 1901 venne consegnato il primo Premio Nobel per la Pace, isituito da Alfred Nobel, a chi ha dato:
"Il miglior contributo per la fratellanza tra le nazioni,
lavorato per l'abolizione o la riduzione degli eserciti
e per la promozione della pace".
Barack Obama ha vinto ieri, venerdì 9 ottobre 2009, il Premio Nobel per la Pace
e tutti destra e sinistra, sopra e sotto hanno da ridire.
Se i presupposti di Alfred Nobel erano quelli sopra elencati Barack Obama il Premio Nobel per la Pace se l'è ampiamente meritato, anche se sono "solo" dieci mesi che governa gli Stati Uniti, anche se è prematuro, anche se ha "detto molto" ma nel pratico stiamo ancora aspettando.
Barak Obama è un uomo scisso in due, con due anime: una bianca e una nera.
Suo padre keniota gli ha trasferito il coraggio, la determinazione, la forza
sua madre americana la diplomazia, la tolleranza e la generosità.
Lui per primo ha dovuto lottare per la propria libertà, sa cosa vuol dire essere discriminato per il colore della pelle, è stato un giovane sbandato alla ricerca di se stesso, ha perso amici per colpa della droga ma si è rialzato e ha cercato la sua strada con le proprie gambe.
In dieci mesi di governo ha fatto quello che altri presidenti non hanno fatto in anni.
"Parole, discorsi" scrivono sui giornali ma le grandi rivoluzioni partono da lì, dal dialogo.
Diplomazia e non armi.
Ascolto e non attacco.
Un premio importante ad un uomo che ha già cambiato le sorti del mondo intero.
Ma presi da tutti i nostri impegni, forse, non ce ne siamo accorti!

domenica 4 ottobre 2009

La scrittura è un'arma!

Ieri 3 ottobre a Roma si è tenuta la Manifestazione sulla LIBERTA' DI STAMPA:

"...Se si permette a chi scrive
di rispondere solo alla propria coscienza
e alla qualità delle proprie parole,
molto probabilmente
la parola
avrebbe potuto raccontare
catastrofi come quella di Messina (dove responsabile non è la natura ma il cemento).
Perchè raccontando,
dando alla parola un nuovo valore,
è possibile trasformare la realtà".

Roberto Saviano: