domenica 31 gennaio 2010

Ascoltandoti...ti vedo.

Alessandro è un ragazzo che ho conosciuto parecchi anni fa, ha la mia età (36 anni) e vive a Mantova.
Mi è venuto a trovare sul posto dove lavoro perchè adora le apparecchiature.
L'ho portato un pò in giro, gli ho raccontato come funzionano certi macchinari, a cosa servono i computer con il "timer che và all'indietro", gli ho detto che la radio quando è nata la si faceva "ascoltandola" oggi purtroppo non sempre funziona così e lui, da dietro i suoi occhiali scuri, sembrava non capire.
Ha la passione per la voce Alessandro, "io ti sento, capisco cosa provi dal tono della tua voce" mi dice mentre mi accarezza la mano.
Ad Alessandro non interessa come hai i capelli, gli occhi, come sei vestita, se porti o meno il giubbotto ultimo modello, a lui interessi TU.
TU per come sei, per quello che dici.
Alessandro è non vedente dalla nascita, non vede nulla dice, neanche le ombre ma il sole
"lo sento sul viso"...e lascia le mie mani per mettere le sue sulle guance e accarezzarsi.
Sorride mentre mi saluta e abbracciandomi mi sussurra all'orecchio "vedrai che se seguirai i miei consigli starai sempre bene...io posso dirtelo, sono tuo amico!".


domenica 24 gennaio 2010

Ricordi dolci e non...

Un uomo di 67 anni, barba e baffi imbiancati dal tempo.
Occhi scuri, malinconici e seri che ti guardano dritti ma a volte non ce la fanno e cambiano direzione.
Un uomo che nella vita ha fatto di tutto dal dirigente d'azienda all'operaio, si è sporcato le mani d'inchiostro e di grasso, un uomo che a 41 anni con famiglia a carico si è trovato a dover inventare la propria vita da capo per non soccombere alla disoccupazione, alla prospettiva di non poter provvedere alle persone che amava.
Lo stesso uomo oggi, in pensione da quasi tre anni, si è lanciato in una nuova sfida: imparare ad usare il computer e attraverso quella nuova scoperta ha trovato la forza e il coraggio di scrivere "le proprie memorie" così le chiama lui.
Ricordi dolci e non di quella che è stata la sua vita e che ancora sarà, le paure, i desideri, le speranze di un uomo che non smette mai di crescere e di mettersi in discussione...
Quell'uomo è mio padre e io da lui ho sempre avuto tanto da imparare.
Oggi ancora di più!

giovedì 21 gennaio 2010

Una serata speciale

Ieri sera sono stata a cena da E. che mi ha cucinato il risotto.
Eravamo tutte e due stanche, affrante e per meglio dire scoglionate!
Ferme, immobili in una situazione che non si muove, non si evolve, il mondo gira a mille allora e tu sei lì ferma, ancorata.
A cosa poi? Alle tue paure, forse.
Ci sentivamo così ieri sera, poi abbiamo aperto una bottiglia di "Corvo" un buon vino rosso fermo che va giù come acqua fresca.
Alla fine del primo bicchiere ridevamo di già.
Ci siamo fatte le foto con il libro di Shopenhauer "L'arte di essere Felici"...l'ho letto anni fa, non ci ho capito una mazza!
Al secondo bicchiere eravamo sdraiate sul letto a spiare le foto su Facebook come le tredicenni facevano con il diario.
Una serata come tante, una serata speciale, tra due amiche che hanno imparato a conoscersi, ad aprirsi e a darsi una mano a risalire quello scalino che sembra così alto delle volte.
E poi è arrivata la Nutella, 5 kg, il barattolone grosso versata sulle pere...pere e cioccolato, che goduria!
Sono tornata a casa più leggera, un fringuello che svolazza di foglia in foglia...ciiiiiiiiiiippppppppp!

martedì 19 gennaio 2010

Smalto rosso

Fatica a volte.
Fatica a volte solo ad alzarsi dal letto, se poi pensi che dovrai incontrare gente (anche solo in metropolitana), salutare, lavorare e rendere conto...a te stessa soprattutto beh, delle volte mi viene voglia di mettere la testa sotto il cuscino e non uscire più.
Ma non lo farò.
Mi sono alzata, ho letto le notizie su internet, ora bevo il tè col latte e poi...mi metterò anche lo smalto rosso oggi.
Ogni giorno è buono per rialzarsi...che fatica però!

sabato 16 gennaio 2010

Palloncini colorati

E. oggi andava da sua madre per una festa di compleanno.
Per i suoi 70 anni le ha organizzato una festa a sorpresa con più di 100 palloncini a forma di CUORE.
Ha chiesto un giorno libero al lavoro e si è caricata in macchina da sola una bombola di elio più alta di lei che le servirà per gonfiare tutti i palloncini.
E. ha messo la bombola nello sgabuzzino di casa in attesa della festa di oggi e D. aveva paura che scoppiasse; "Non è infiammabile" ha detto lei per tranquillizzarlo.
Sarà una festa a sorpresa per sua mamma e tutti gli anziani della casa di cura dove vive.
Sua mamma ha l'Alzaimer da 14 anni e da anni non la riconosce neanche più.
E. non si demoralizza, dice "forse un giorno troveranno una cura!".
E. ha coraggio da vendere...ma, come tutte le persone coraggiose, non lo sa.


giovedì 14 gennaio 2010

Trema la terra

Ad Haiti la terra trema e si porta via migliaia di vite.
Trema in un luogo dove l'esistenza trema di fronte a troppa povertà.
Di fronte alla fame, alla sete.
La terra trema nei luoghi dove la dignità viene spazzata via troppo spesso dai paesi ricchi che potrebbero fare e non fanno.
Paesi che adesso implorano,
ma prima stavano a guardare.
La terra trema dove spesso c'è bisogno di attenzione, è come un richiamo, una richiesta d'aiuto:
"Ci siamo anche noi e adesso siamo sotto le macerie, non potete ignorarci!".
Trema e continuerà a tremare, a far sentire la sua forza.
Perchè è lei che comanda e noi non siamo che di passaggio.
Si potrebbe fare di più per gli altri,
sempre
anche quando la terra non trema.

mercoledì 13 gennaio 2010

Raffreddore

Testa che gira, orecchie tappate, vedo una luce, ombre, nessuno odore, non sento nulla, solo rumori attutiti sul fondo come quando nevica, tutto è candido, ovattato, nessuno a cui render conto, sei solo con te stesso, cammini a mezz'aria, le braccia leggere, le gambe che vanno per conto loro, cammini piano, come sospeso, che bella sensazione...
Peccato sia solo...RAFFREDDORE!!!

domenica 10 gennaio 2010

E' passato un pò di tempo dall'ultimo post che ho scritto...ero in letargo, come gli scoiattoli!
Ieri ho visto una scena che mi ha molto colpita: immaginatevi la piazza del Duomo della città, definita negli anni '80, la "Milano da bere".
Gente che va, gente che viene, il solito marasma pre-cena e una grossa gru posta al centro della piazza che armeggia con un grosso abete.
Lo posa a terra nel piazzale inumidito dalla pioggia dove dei pronti dipendenti del comune, con tanto di giacchetta fluorescente e sega in mano, iniziano a segagli i rami.
Era come vedere un uomo al quale viene amputato un braccio solo che l'albero non si lamenta e non perde sangue.
Quello era l'albero che fino all'altro giorno vi era servito per "fare Natale", quello splendido abete rigoglioso, ricoperto di luci e fiocchetti.
Gli tagliavano i rami e li impilavano uno sull'altro, ma perchè lo torturate così? Perchè non lo ripiantate dove l'avete preso?
Ma il Sindaco lo sa? Certamente in mezzo a tutte le cose che ha da fare le sorti di un povero albero non possono preoccuparla ma qualcuno gliel'ha detto che non si trattano così gli esseri viventi?
Se non iniziamo ad avere rispetto di quello che ci circonda non impareremo mai ad essere tolleranti con chi è diverso da noi...un altro anno è passato e non abbiamo imparato niente.
Peccato!